Noto, a 20 km da Marzamemi, è definita la Capitale del Barocco, anch’essa Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Il sito originario, Noto Antica, sorge a 8 km dall’attuale città e qui si trovano i primi insediamenti risalenti all’età del Bronzo Antico. In epoca romana Noto, allora chiamata Neaton, divenne quindi città alleata dei Romani, tanto che ai propri cittadini fu addirittura concesso un proprio senato.

Durante la dominazione bizantina la città fu arricchita di monumenti come: la basilica di Eloro e la Trigona di Cittadella dei Maccari, l’Oratorio della Falconara, la Cripta di S. Lorenzo Vecchio, il Cenobio di S. Marco e il Villaggio di contrada Arco.

Fu invece sotto la dominazione araba che la città prese l’attuale nome di Noto.

Successivamente, prima sotto il dominio Normanno e poi sotto gli Aragonesi, Noto divenne una città ricca di monumenti di interesse storico-religioso. A questo periodo risalgono il Castello Reale e il monastero cistercense di Santa Maria dell’Arco.

Nel 1963, anche Noto fù distrutta dal terribile terremoto che colpì tutta la Sicilia sud orientale, e venne quindi ricostruita nel caratteristico stile barocco del Val di Noto.

La città attuale è quindi il risultato dell’opera di numerosi architetti (Rosario Gagliardi, Paolo Labisi, Vincenzo Sinatra, Antonio Mazza), capimastri e scalpellini, che, durante tutto il XVIII secolo, realizzarono un eccezionale ambiente urbanistico.

Camminando per le vie della città è possibile vedere scenografiche piazze ed imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli. Per la ricostruzione venne utilizzata la tenera pietra locale di colore tra il dorato e il rosato. A differenza di quanto accadde di solito nelle costruzioni barocche delle province del sud Italia, gli architetti, che lavorarono a Noto, non puntarono tutto sui motivi ornamentali, ma cercarono un equilibrio con le architetture esistenti. Infatti gli elementi barocchi risultano collegati con i diversi stili del contesto urbano in modo da realizzare quella che è stata definita la “perfetta città barocca”.

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